Piano: «Questo nostro lavoro è fatto di fecondi sconfinamenti»; Mario Draghi: «Progetti dall’intrinseca bellezza»
A Palazzo Giustiniani, a Roma, la riunione con il senatore a vita e i giovani progettisti impegnati a realizzare nuove piazze trasformando luoghi marginali di tre città.
In apertura Renzo Piano e Mario Draghi con i protagonisti del G124 riuniti nell’ufficio del senatore a vita a Palazzo Giustiniani 29.11.2023 | Fotografia © Alessandro Lana
Agopuntori urbani, approcciano i contesti con empatia, danno un senso e nuova vita ai luoghi. Il loro terreno d’azione non sono solo gli spazi fisici, ma anche le persone e le loro aspirazioni, perché i luoghi che trasformano puntano al benessere collettivo e al soddisfacimento dei desideri opportunamente vagliati grazie ad una disinteressata progettazione dal basso. Il loro operare nutre quello spirito di coesione e di condivisione che deve solo essere stimolato affinché si realizzi quell’affezione al progetto indispensabile per costruire un solido futuro per gli spazi che vanno a ridisegnare.
È questo che fanno i progettisti del G124, il laboratorio di idee applicate ai luoghi marginali delle nostre città, costituito nel 2013 da Renzo Piano in qualità di senatore a vita. Per concretizzare le loro idee gli architetti e ingegneri del G124 partono da un budget nullo che costruiscono, con pazienza e spirito imprenditoriale, tessendo alleanze. Armati di tanta testardaggine e convinzione riescono a risolvere gli infiniti ostacoli che separano i render dai tagli di nastro.
È così che si sono concretizzati i progetti su Bari, Napoli e Rovigo: dove stanno per nascere nuove piazze, luogo per eccellenza della socialità, dell’incontro intergenerazionale, dove si alimenta e rinsalda lo spirito di comunità.
I giovani borsisti, finanziati da Piano con il suo stipendio da senatore, mettono in campo energie e competenze che travalicano i confini del mestiere dell’architetto. «Questo nostro lavoro è fatto di fecondi sconfinamenti, che costituiscono la ragione per cui riusciamo a fare bei progetti, piccole cose, facilmente replicabili perché impiegano budget limitati, ma soprattutto ricche di valori». Sono parole che l’architetto genovese usa per spiegare a un ospite d’eccezione, Mario Draghi, il senso del lavoro del G124. Un incontro, amichevole, avvenuto a Palazzo Giustiniani, a Roma, alla presenza dei progettisti del G124 e dei professori universitari loro tutor.
«Sono progetti molto belli come lo è la partecipazione diretta di tutti voi. Credo sia un’esperienza formativa anche per tutte le persone che coinvolgete nei vostri progetti, in cui trovo che vi sia un’intrinseca bellezza. Soprattutto, le motivazioni che li accompagnano e la partecipazione delle persone arricchiscono l’esperienza», replica l’ex premier rivolgendosi al gruppo del G124 dopo aver ascoltato, con grande curiosità ed interesse, l’illustrazione dei progetti in corso.
Renzo Piano a Palazzo Giustiniani il 29.11.2023 | Fotografia © Alessandro Lana
Napoli, nel Rione Sanità tra la magia di rituali ancestrali e la conquista di spazi pubblici negati
Per il progetto partenopeo è arrivato l’ok della Soprintendenza e si attende l’esito dell’imminente conferenza di servizi che dovrà dare il via libera definitivo al progetto. Le risorse ci sono, grazie all’iniziativa di crowdfunding intrapresa dall’Unione giovani industriali di Napoli con l’associazione dei Costruttori edili della provincia di Napoli (Acen), che ha raccolto ben 280mila euro. I rimanenti 70mila euro di lavori, afferenti all’ingresso del cimitero delle Fontanelle, saranno a carico della cooperativa sociale La Paranza cui è stata affidata la gestione e promozione del sito, che dovrebbe riaprire nel 2024 dopo la chiusura disposta nel 2018.
Napoli, immagine di progetto vista sull’ingresso del cimitero delle Fontanelle
A Napoli, il lavoro del G124 è portato avanti da Marino Amodio, Giuseppe De Pascale, Orazio Nicodemo e Davide Savoia, guidati da Nicola Flora e Daniela Buonanno, docenti della Facoltà di Architettura dell’Università Federico II.
Il progetto è parte di quel fiume in piena di iniziative che ha riscritto il destino di un quartiere centrale, ricco di emergenze architettoniche e di luoghi ipogei straordinari, una sorta di enclave fino a pochi anni fa, escluso dalla vita cittadina e conosciuto soprattutto per le attività malavitose. Un quartiere che ha saputo costruire il suo riscatto, a partire anche dalla reinvenzione di spazi abbandonati su impulso del visionario e intraprendente don Antonio Loffredo e della Fondazione di comunità San Gennaro onlus, da lui creata nel 2014.
Il Rione custodisce i palazzi settecenteschi con le scenografiche scale di Ferdinando San Felice, le catacombe paleocristiane (San Gennaro, San Gaudioso, San Severo), magnifiche chiese e il cimitero delle Fontanelle: un antico ossario realizzato nelle cave di tufo, dove è nato il culto delle cosiddette “anime pezzentelle”, un rituale ancestrale che consiste nel prendersi cura di un cranio (la cosiddetta “capuzzella”) nella speranza di poter ricevere protezione in cambio.
Napoli, progetto di riqualificazione per la realizzazione della piazza davanti alla parrocchia di Maria Ss del Carmine
Napoli, fotografie del sagrato della chiesa
Proprio lo spazio che precede e entra nella fenditura tufacea, funzionante da ingresso al cimitero delle Fontanelle, è il luogo in cui si sono concentrate le azioni del G124. I borsisti hanno lavorato per valorizzare e dare all’ingresso dell’ossario la dignità che merita, rendendolo accessibile alle persone con disabilità e consentendo alla massa tufacea di esprimere, sin dall’ingresso, tutta la suggestiva bellezza di un luogo di alto valore antropologico.
Lo spazio antistante al cimitero sarà ricucito al sagrato della contigua chiesa, destinato a diventare un’accogliente piazza, dove le aree per i pedoni saranno conquistate sottraendo metri quadri allo spazio che oggi è dominio dei veicoli. La piazza avrà una sua appendice, costituita da una gradinata: uno spazio privato concesso all’uso pubblico grazie ai borsisti del G124. In continuità con la piazza, la gradinata diventerà un luogo di sosta dove sedersi e incontrarsi.
Bari, un tetto d’alberi per trasformare uno spazio di risulta in una piazza con dignità di luogo pubblico
Bari, San Paolo, primo quartiere “satellite” di edilizia residenziale pubblica costruito nella città pugliese. Sono queste le coordinate del progetto portato avanti dal gruppo composto dai borsisti: Tiziano De Venuto, Ezio Melchiorre, Rosa Piepoli, Giuseppe Tupputi, cui si sono aggiunti a progetto in corso Sofia Scaringella e Antonio Antonino, guidati dai professori del Politecnico di Bari, Carlo Moccia e Francesco Defilippis.
Bari, festa di quartiere (maggio 2022) organizzata per recepire osservazioni e registrare desideri, cui hanno partecipato anche il sindaco, Antonio De Caro e l’assessore ai Lavori pubblici, Giuseppe Galasso
Il team barese ha trovato nel Comune di Bari e nel suo sindaco, Antonio De Caro, dei solidi e interessati alleati. Il progetto per la realizzazione di una nuova piazza, che sarà battezzata Corte Don Bosco, è stato sposato dall’amministrazione che, grazie ad un accordo di collaborazione, ha messo a disposizione risorse umane e finanziarie. Ora i lavori per la realizzazione del progetto costituiscono uno dei lotti di un accordo quadro che il Comune ha bandito e che ha permesso di individuare l’impresa che eseguirà la piazza. Costo: 450mila euro per un’area di circa 3.400 mq.
Vista della piazza verso lo spazio della radura
Bari, vista sulla radura che interrompe il tetto verde che sarà costituito dalle chiome di allori e lecci
Il progetto si concentra su un vuoto urbano di forma triangolare, uno spazio per niente frequentato dagli abitanti, circoscritto da tre edifici in linea che lo chiudono su tre lati. Da vuoto urbano a spazio di relazione: a conformare la nuova piazza vi sarà un “tetto verde” composto dalle chiome di 80 allori e 19 lecci, interrotto nel centro da un foro circolare, cui corrisponde, al suolo, una radura, ossia un prato circondato da sedute disposte in circolo. Al tema arboreo si affianca quello della permeabilizzazione e rimodellazione del suolo. Via le betonelle, che saranno macinate e riutilizzate, per far posto alla terra stabilizzata drenante e ad un sistema di cordoli in pietra locale. Ad integrare la piazza vi saranno le sedute di pietra e un’illuminazione ben studiata con sorgenti Led ad alto risparmio energetico.
Bari, vista sullo spazio della radura
Bari, lo spazio oggetto di trasformazione, stato di fatto
L’avvio del cantiere è previsto per gennaio 2024; la durata dei lavori è quantificata in nove mesi.
Rovigo, l’anonimità dei luoghi si combatte a suon di musica e pennellate verdi
Cantieri in corso a Rovigo, nella piazza intitolata a Jerry Masslo del quartiere Commenda Est, dove è in corso la realizzazione del padiglione in legno. Il gruppo di borsisti è stato composto da Gabriella Coletta, Fedora Favaretto, Riccardo Giacometti e Cecilia Spezzati fino alla fase del progetto definitivo ed ora sono subentrati per la fase di progettazione esecutiva e realizzazione dei lavori da Maria Francesca Lui e Marco Lumini. Il gruppo di lavoro è guidato da Edoardo Narne, professore dell’Università di Padova. Il team veneto ha lavorato per dar vita ad un luogo attrattivo e accogliente, pensato per incanalare verso di sé i flussi del quartiere. La piazza, rinnovata, avrà un boschetto, nuovi margini alberati, un padiglione ligneo per gli eventi ed un’illuminazione ben studiata.
Rovigo, il cantiere di piazza Jerry Masslo con le foto del montaggio del padiglione in legno
L’identità del luogo, l’accessibilità, la sicurezza, la permeabilità e il verde sono i fattori che sono entrati in gioco nella progettazione. Aceri platanoidi, frassini e ontani, già selezionati nei vivai di Pistoia e irrigati con un impianto goccia a goccia, andranno ad aggiungersi ai tigli già presenti, rinforzando la componente verde della piazza.
La rimozione di una parte della pavimentazione è stata eseguita con l’aiuto dei ragazzi delle scuole e della comunità, in giornate-evento partecipate. Il coinvolgimento dei cittadini, delle scuole e delle associazioni di quartiere è stato costante e ora, mentre i lavori sono in corso, si iniziano a programmare gli eventi. Ci si prende cura del progetto dopo la realizzazione, con l’obiettivo di sperimentare le potenzialità del rinnovato spazio e del suo padiglione, concepito come un luogo per eventi che possa accogliere momenti di socialità e spettacoli, valorizzando la storica tradizione musicale della città veneta.
Rovigo, la piazza Jerry Masslo, lavori di demolizione della pavimentazione
Rovigo, pianta del progetto di riqualificazione di piazza Jerry Masslo
Rovigo, il padiglione in esecuzione
I progettisti del G124 accompagnano così la fase di crescita del progetto, mostrando i possibili usi e continuando quell’azione fondamentale, iniziata con l’ascolto e proseguita prima con il cantiere e poi con l’ideazione di eventi, che punta al coinvolgimento in modo da sviluppare nella comunità quel senso di appartenenza e di affezione al luogo che contribuisce in modo determinante al successo, nel tempo, di un progetto.
Il padiglione in legno e acciaio, del costo di 80mila euro, è stato progettato con l’aiuto dello studio Milan Ingegneria ed è eseguito e realizzato grazie alla generosità della ditta Bertani Legno che lo ha finanziato. L’amministrazione comunale e la Fondazione Cariparo si sono fatti carico dei costi per il rifacimento della piazza, ciascuna partecipando con un contributo di 80mila euro.