La cessione del credito del superbonus 110 nel 2022 sperimenta un cambiamento importante con la conversione in legge del decreto semplificazioni (già pubblicato in Gazzetta Ufficiale). Ma vediamo come funziona la cessione del credito (o lo sconto in fattura a privati, banche o poste).
Come funziona la cessione del credito del 110%?
La normativa del superbonus 110 prevede la possibilità di optare oltre che per la detrazione del 110% delle spese sostenute per il supebonus nella dichiarazione dei redditi, anche per lo sconto in fattura o per la cessione del credito.
Lo sconto in fattura i fornitori fanno uno sconto in fattura sul correspettivo da pagare recuperando poi la somma in un secondo momento. Con la cessione del credito si trasferisce la detrazione fiscale a un altro sottetto. In pratica si tratta di un accordo grazie al quale il creditore trasferisce il proprio diritto di credito a un terzo soggetto, che a sua volta lo riscuoterà dal debitore. Per quanto riguarda i lavori di riqualificazione energetica o ristrutturazione nei confronti delle case ad essere ceduto è il credito d’imposta. Si tratta di un credito verso lo Stato con cui si possono compensare i debiti e ridurre le imposte dovute.
Chi accetta la cessione del credito 110?
Con la differente normativa del superbonus 110 si è passati da una cessione presocché illimitata al decreto Sostegni ter che ha vietato le cessioni multiple, fino al decreto Aiuti che ha introdotto la possibilità di una cessione libera ma solo per le banche verso i propri correntisti dotati di partita IVA.
Le ultime novità riguardano prima il decreto aiuti che introduce per le banche la possibilità di cedere il credito a qualsiasi correntista che non rientri nella categoria di “utente o consumatore”. Con l’entrata in vigore del decreto semplificazioni, già convertito in legge, questa novità vale anche per i crediti ceduti la cui comunicazione è stata fatta prima del 1º maggio 2022.
Come funziona in pratica la cessione del credito?
Per effettuare la cessione del credito in primis bisogna contattare un professionista che si dovrà occupare di redigere la documentazione e preparare le asseverazioni tecniche. Inoltre bisognerà richiedere un visto di conformità ad un intermediario.
Per gli interventi di valore inferiore a 10.000 euro, effettuati su singoli immobili o condomini, ad esclusione del bonus facciate, non viene richiesto né il visto di conformità sulla documentazione né l’asseverazione del tecnico. Allo stesso modo non è necessario per le opere classificate come “edilizia libera” dalla normativa edilizia di riferimento.
Il secondo passo è quello di scegliere il soggetto a cui cedere il credito d’imposta, che a partire dalla seconda sessione in poi deve riguardare solo banche o intermediari qualificati.
Il terzo passo riguarda l’invio della comunicazione all’Agenzia delle Entrate. La comunicazione deve essere invita entro il 16 marzo dell’anno successivo in cui sono state introdotte le spese di ristrutturazione. Per quanto riguarda l’anno 2022 le scadenze sono le seguenti:
- Per i privati: comunicazioni da inviare entro il 29 aprile
- Per i titolari di partita iva e soggetti Ires comunicazioni da inviare fino al 15 ottobre 2022
A partire dal 1° maggio l’Agenzia delle Entrate attribuisce un codice univoco al credito d’imposta ceduto in sede di prima comunicazione della cessione e non sono ammessi cessioni parziali.
Perché non conviene il bonus 110?
Nonostante l’apertura del decreto semplificazioni e del decreto Aiuti bis, il bonus 110 non appare così conveniente per questioni legate alla responsabilità solidale del fornitore che ha applicato lo sconto in fattura e del cessionario.
L’art. 121, comma 6 del Decreto Rilancio, in presenza di concorso nella violazione resta ferma anche la responsabilità in solido:
- del fornitore che ha applicato lo sconto;
- dei cessionari per il pagamento dell’importo corrispondente alla detrazione non spettante e dei relativi interessi.